I parchi archeologici romani regalano l’emozione unica di camminare tra antiche rovine, ma non si limitano a questo.
Immersi in un connubio unico di storia e natura, questi luoghi spediscono dritti dritti in un viaggio nel tempo.
Si possono esplorare a piedi le strade millenarie del Parco dell’Appia Antica, ammirare gli splendori del Parco Archeologico di Ostia Antica.
E poi percorrere i sentieri incantati del Parco della Caffarella e perdere lo sguardo nella magnificenza del Parco Pineta Castel Fusano.
Ogni passo rivela tesori sepolti, testimonianze di un passato glorioso che continua a incantare e a ispirare i visitatori, offrendo un’esperienza indimenticabile.
Con i suoi 3.500 ettari, il Parco Regionale dell’Appia Antica costituisce al contempo un corridoio di archeologia e paesaggio naturale nell’odierno centro urbano.
Nonostante la collocazione, il parco è un mosaico di biodiversità e comprende diverse aree ricche di valore naturalistico.
Dalle roverelle alle sughere di Bosco Farnese agli olivi e ai mandorli del Circo di Massenzio, passando per piccoli arbusti tipici della macchia mediterranea.
Nelle aree verdi del parco è possibile imbattersi in volpi, ricci, piccoli mammiferi, anche se la vera ricchezza faunistica è rappresentata dagli uccelli, che qui nidificano lungo tutto il corso dell’anno.
Ph.: Gettyimages/Robtoz
Il parco non è però solo un oasi di natura a due passi dal centro, ma ospita anche la porzione iniziale della Regina Viarum, l’Appia antica, che dalla capitale dell’impero conduceva anticamente al porto di Brindisi.
Costruita a partire dal 312 a.C. per volere del console Appio, aveva il pregio di essere progettata con una pavimentazione in pietra levigata.
Questo assicurava passaggi con qualsiasi condizione atmosferica.
Con la caduta dell’Impero Romano la storica via cadde lentamente in rovina, ignorata e rosicchiata dagli arbusti.
Nel periodo di massimo sviluppo, lungo l’Appia sorgevano torri e punti di ristoro, stazioni di cambio e piccoli agglomerati, successivamente castelli e torri baronali.
Una prima idea di un recupero dell’area dell’Appia romana risale al periodo napoleonico, ma si dovette aspettare l’unità d’Italia per un progetto di “Passeggiata archeologica” nel parco.
Irrinunciabile una suggestiva passeggiata al tramonto nel Parco degli Acquedotti, un’area di 15 ettari che originariamente collegava i Colli Albani con il centro urbano, dove ancora si stagliano contro il cielo i resti di sei degli undici acquedotti che rifornivano la Capitale.
Sul lato occidentale della città, a pochi passi dal mare, si trova un altro luogo della Roma antica recentemente tornato disponibile alla visita.
È il Parco Archeologico di Ostia Antica, il più grande complesso archeologico del Lazio, sorto su un antico castrum fondato tra la fine del V secolo e l’inizio del IV secolo a.C..
La colonia aveva in origine funzione di controllo sul mare e con il passare dei secoli si ingrandì progressivamente.
Ph.: Gettyimages/Alberto Masnovo
Se nel periodo augusteo vennero costruiti il teatro e un grande piazzale, la vera esplosione si ebbe sotto Tiberio e Caligola, quando la città venne dotata di acquedotto e terme.
In questo periodo Ostia serviva come porto di smistamento delle merci che risalivano il Tevere su piccole imbarcazioni.
Il declino cominciò quando il fiume divenne non più navigabile e la costa si spostò qualche chilometro avanti.
Oggi l’area degli scavi è classificata dall’Unesco come uno dei maggiori siti archeologici del mondo.
Si possono ammirare il Decumano, l’antica via commerciale dove avvenivano gli scambi.
Ma anche il Foro, centro politico della città, il Cardo Massimo, le Terme, il mercato e la basilica cristiana.
Negli anni ’30 un lavoro di studio permise di recuperare l’area con una particolare attenzione alla vegetazione circostante.
Grazie a questa opera possiamo oggi ammirare il viale contornato dai filari di platani ed eucalipti.
Tutto immerso in grandi prati naturali, pini, lecci e cipressi.
Il Parco della Caffarella, è teatro di miti e leggende nell’antichità.
Dal suo ingresso principale su Via Appia Nuova, si possono ammirare i resti delle grandi mura aureliane e di Porta Latina.
Buona parte dell’area adibita a parco si trova sulle terre un tempo occupate dal Triopio di Erode Attico.
Si trattava di un antico fondo agricolo che il filosofo e matematico aveva acquistato dalla propria moglie.
Dalle atmosfere dell’antica Roma, un salto nel tempo ci riporta dritti al 1500, quando fu costruito il Casale della Vaccareccia e la sua torre medievale.
Voluto dai Caffarelli – nobile famiglia romana che oggi dà il nome al parco – si trova a ridosso di una collinetta da cui la vista spazia verso ampi prati.
Poco distante si attraversa il fiume Almone.
Si tratta di uno dei tre corsi d’acqua del parco, che in epoca romana veniva identificato con l’omonimo Dio, venerato perché in grado di concedere abbondanza o siccità a suo piacimento.
Camminando tra collinette e sorgenti, si arriva nei pressi del ninfeo di Egeria, un piccolo tempietto scavato e dedicato al culto delle Ninfee.
Costruito con le sembianze di una grotta intorno al II secolo d.C., il tempio era frequentato da Erode Attico nei periodi caldi per passeggiare, conversare e banchettare con gli amici. Sopra il ninfeo, il Bosco Sacro e il Tempio di S. Urbano.
Spingendosi fin verso la costa tirrenica, una fitta macchia dal colore verde scuro delle chiome di pino si staglia davanti al blu del mare.
A cinque chilometri circa dalla foce del Tevere, il Parco urbano Pineta di Castel Fusano è un vero polmone verde dove trovano casa circa 450 specie vegetali.
È la macchia mediterranea l’indiscussa regina del paesaggio.
Costituita soprattutto da lecci e pini intervallati da piccoli arbusti di corbezzolo, lentisco, erica, mirto e ginepro.
La Pineta, che occupa un’area di circa 1.000 ettari, sorge di fronte al lido dove – secondo la leggenda – approdò Enea.
I pini che oggi dominano il territorio, ricoprono gran parte dell’area donandole un ingente valore paesaggistico.
Di fronte, dune sabbiose che dolcemente digradano verso il mare.
Tra le fronde si nasconde sfuggente una popolazione di mammiferi di piccola taglia, diventati padroni di casa dopo la scomparsa dall’area di grandi ungulati come il cervo, il daino e il capriolo.
Sui rami invece, la vera ricchezza faunistica del parco, composta da una grande varietà di uccelli, dalle upupe ai picchi, dal martin pescatore all’airone cenerino.
Parco dell’Appia Antica
Parco Archeologico di Ostia Antica
Il sito ufficiale della Riserva del Litorale Romano
Parco della Caffarella
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