Gedeelte Vernazza - Corniglia, Cinque Terre, La Spezia, Ligurië
Sono circa 8.300 i chilometri di costa in Italia: un percorso di infinita bellezza affacciato sul Mediterraneo.
Scorci invidiati in tutto il mondo, diversissimi tra un capo e l’altro del Belpaese.
E sia negli angoli più antropizzati che in quelli più selvaggi, la rete sentieristica italiana offre moltissimi spunti per ammirare le coste italiane lentamente, a piedi.
In questo viaggio dalla Liguria alla Sardegna, dalla Basilicata alle Marche, vedremo cinque imperdibili itinerari per un trekking vista mare.
A pochi passi da Ancona, nel cuore delle Marche, si sviluppa uno dei sentieri costieri più suggestivi della regione.
Siamo nel magnifico Parco Naturale del Monte Conero, e più precisamente nella baia di Portonovo, una località Bandiera Blu sovrastata dalle bellezze naturali del celebre promontorio.
L’anello è molto breve e alla portata di tutti i camminatori e le camminatrici: meno di 4 km con una pendenza trascurabile.
Da Portonovo, è sufficiente seguire le indicazioni per il sentiero 309.
Si parte dal Lago Grande, popolato da una ricca avifauna, dopodiché si prosegue verso la Baia di Portonovo, con la sua spiaggia fatta di bianchi ciottoli.
Foto credits: Getty Images
Si continua poi passando dal Fortino Napoleonico – una struttura costruita da Napoleone nell’Ottocento per proteggere Ancona – dopodiché si giunge alle Terrazze, che costituiscono la via per ricollegarsi al bosco.
Tappa successiva è la Torre de Bosis, una fortificazione settecentesca simbolo di Portonovo, poi si arriva alla spiaggia dove si ammira lo Scoglio della Vela, così chiamato per la sua forma triangolare.
Il ritorno al punto di partenza avviene attraversando il bosco, passando prima dal Lago Profondo.
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Affacciato sulle acque blu del Tirreno, nel piccolissimo sbocco marittimo della Basilicata su questo mare, il Sentiero del Mediterraneo è un antico itinerario che fa risalire le sue origini alle antiche vie di comunicazione medievali.
Oggi è un brevissimo tratto del sentiero costiero E12, un percorso di oltre 1.450 km che giunge fino in Spagna.
Il tratto lucano è però lungo circa 32 km, e parte dalla spiaggia di Castrocucco, l’ultimo lembo della regione prima del confine calabrese.
Si arriva a Punta Caina, con il suo vecchio torrione di difesa contro i saraceni che domina il mare, per proseguire verso il celebre Cristo di Maratea.
Si tocca poi la marina di Maratea, il bellissimo borgo sospeso a mezz’aria tra la riva e l’Appennino lucano con le sue tante chiesette e la sua atmosfera sospesa nel tempo.
Andando oltre ancora, si tocca Cersuta e successivamente Acquafredda, dopodiché alcune alte falesie che paiono insuperabili annunciano l’arrivo sulla costa campana di Sapri.
In 32 km, è un vero concentrato di mediterraneità.
Viene chiamato “Il sentiero dell’Infinito”: è il vecchio percorso che si inerpica tra le alture del Parco Nazionale delle Cinque Terre tra Riomaggiore e Portovenere.
Un luogo da cui si può godere di una grande varietà di paesaggi, dominati dai colori della macchia mediterranea, che si spingono fino alle irte cime delle Alpi Apuane, laggiù in fondo all’orizzonte.
Sono in tutto 14 km immersi in un’area classificata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua unicità: da qui si possono ammirare i luoghi che stregarono anche letterati come Byron e Shelley.
I terrazzamenti su cui vengono coltivati da tempo immemore i vitigni “eroici” delle Cinque Terre si alternano agli ulivi e ai bassi arbusti, mentre in basso a lambire la costa due dei borghi più scenografici della Liguria segnano il punto di inizio e fine.
Si può partire da Riomaggiore e salire lunghe gradinate fino al santuario di Nostra Signora di Montenero, dopodiché si seguono le indicazioni per il Colle del Telegrafo – punto più elevato del percorso – e da lì si prosegue per Campiglia.
Raggiunto il borgo, si prosegue infine verso il Golfo dei Poeti raggiungendo Portovenere dall’alto: prima si arriva al Castello Doria, da cui si spalanca la Grotta di Lord Byron, la fotografatissima chiesa di San Pietro e l’isola di Palmaria.
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In circa 6 chilometri – quasi sempre in riva il mare – un bel sentiero costiero consente di ammirare le rive di Punta Aderci, uno dei luoghi simbolo della Costa dei Trabocchi.
Questa riserva naturale, protegge in uno spazio di circa 285 ettari il tratto di costa tra i lidi di Vasto e Casalbordino.
Un luogo quasi completamente pianeggiante, che ospita prati quasi lambiti dalle onde e panorami agricoli tradizionali, coltivati a vigna e olivi.
Il punto di partenza è la spiaggia di Punta Penna, a pochi passi dal porticciolo di Vasto, un anfiteatro marino dove si notano i connotati delle aree dunali.
Si prosegue poi lungo la riva oltrepassando la Spiaggia dei Libertini e giungendo a Punta Aderci, un piccolo promontorio da cui si gode di una vista a 360 gradi su tutta la riva e la riserva.
La vista che si apre da questo punto domina l’Adriatico, alle spalle i colli abruzzesi e, più in lontananza, le cime del Gran Sasso e della Maiella.
Da Punta Aderci si ritorna brevemente verso l’entroterra, per poi terminare l’ultimo tratto di sentiero sul grande spiaggione di Mottagrossa, con i suoi sassi rotondi. il punto finale del percorso sarà infine la foce del fiume Sinello, nei pressi di Casalbordino.
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Sulla costa occidentale della Sardegna c’è un sentiero che un tempo veniva percorso dai minatori del Sulcis e che oggi consente di vedere l’impronta lasciata nel paesaggio dai decenni di attività estrattiva.
Il percorso è di difficoltà media, misura circa 10 km e si percorre in circa 7/8 ore di cammino – consigliato quindi a chi ha un buon livello di allenamento.
Parte dalla località di Masua e conduce a Cala Domestica, una delle spiagge più belle dell’isola, ancora selvaggia e attorniata da scoscese falesie calcaree.
Si percorre imboccando la vecchia ferrovia mineraria che veniva utilizzata per trasportare il minerale estratto a Porto Flavia.
Camminando tra pinete e calette, si attraversano i piccoli tunnel usati dai minatori, ammirando anche le vestigia industriali che venivano utilizzate per caricare il materiale sulle imbarcazioni.
Il sentiero si inerpica poi sulle falesia di Bega sa canna, molto frequentate dagli appassionati di arrampicata, dopodiché raggiunge la parte più elevata dischiudendo una bellissima vista sul “Pan di zucchero”, uno dei faraglioni più alti d’Europa.
Proseguendo per un’altra ora e mezza, si perde un po’ di quota presso i canali di Rocca Niedda, e si giunge infine alla spiaggia di Cala Domestica dopo essere passati anche dalle calette di Portu Sciusciau e sa Cala e Su Forru.
Il Sentiero degli Dei, situato sulla Costiera Amalfitana, è un percorso escursionistico che offre uno dei panorami probabilmente più belli del mondo, che incanta i visitatori con la vista sulla costiera-
Si parte da Bomerano, una frazione di Agerola, per seguire il sentiero che si snoda attraverso la macchia mediterranea, tra vigneti e boschi selvaggi, offrendo viste spettacolari sul mare e sulle isole di Capri e Li Galli.
L’itinerario, lungo circa 6,5 km, è accessibile e ben segnalato, ma richiede una buona preparazione fisica a causa del terreno irregolare e delle discese e salute talvolta impegnative.
Durante il cammino, si incontrano antichi insediamenti rupestri, come la Grotta del Biscotto, e punti di interesse come il “Pistillo”, una torre di roccia calcarea che offre uno degli scorci più fotografati del sentiero.
Il percorso può essere affrontato in due varianti: l’alta, più impegnativa, e la bassa, più panoramica e meno faticosa. Entrambe le varianti si ricongiungono presso Colle Serra, un punto di snodo che offre una pausa rinfrescante presso una fontanella.
Da qui, il cammino prosegue verso Nocelle, una pittoresca frazione di Positano, raggiungibile anche tramite una scalinata di 1700 gradini.
Il Sentiero degli Dei non è solo un viaggio nella natura, ma anche nella storia e nella cultura della Costiera Amalfitana.
Lungo il percorso, i viandanti possono fermarsi per un picnic, magari gustando il celebre fiordilatte di Agerola, e ammirare le bellezze paesaggistiche che hanno ispirato artisti e viaggiatori di ogni epoca
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