È l’Appennino Settentrionale, quello che divide il grande bacino pianeggiante dell’Emilia Romagna dalle Regioni del centro, una terra di transito, a volte di confine tra due diverse tipologie di paesaggio, di dialetti, di tradizioni.
Non c’è luogo che non custodisca una storia curiosa, uno scorcio mozzafiato o una specialità da gustare.
Si parte dal punto in cui si incontrano Liguria, Toscana ed Emilia, e poi giù lungo le creste, fino alle vette dove già si sente in lontananza il chiasso delle spiagge romagnole e il profumo delle piade.
In mezzo, un universo di boschi, rocce, fauna e flora indisturbata, castagni e torrenti, parchi e riserve, da camminare in silenzio e con gli occhi pronti a catturare ogni stimolo.
A cavallo tra Emilia e Toscana, lungo il crinale dell’Appennino parmense, si adagiano innumerevoli specchi d’acqua di origine glaciale.
Un trekking sul filo di cresta, tra faggete estreme e praterie d’alta quota, ci porta a visitare queste gemme dalle più diverse dimensioni, dal minuscolo lago Martini al grande lago Santo.
Non solo escursioni giornaliere: da sempre l’Appennino Settentrionale è luogo di transito e commercio, passaggio obbligato verso l’ampio bacino padano per chi proviene dalle regioni del Centro e vice versa.
Un nome su tutte le antiche strade della fede: Via Francigena in Toscana.
L’Appennino modenese e reggiano è una terra di confine, da sempre cerniera fisica e culturale tra la valle del Po e l’Italia mediterranea.
Sono luoghi che nascondono una natura primordiale e borghi autentici, una cresta montuosa tagliata da strade e percorsi antichi.
Il Passo del Lagastrello è uno di questi, situato nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Un antico crocevia di importanza non soltanto ambientale, ma anche storica e culturale, posizionato proprio a cavallo tra Emilia Romagna, Liguria e Toscana.
Attraversarlo evoca ancora oggi il ricordo di mercanti e pellegrini che nei secoli si sono avventurati a un punto all’altro della penisola trovando un passaggio verso la propria destinazione.
Sacra, quasi magica, paragonata da Dante al monte del Purgatorio, la Pietra di Bismantova rappresenta una meta ideale per avvicinarsi alla montagna più vera.
Un ambiente protetto e tutelato dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove boschi selvaggi, creste rocciose, brughiere e praterie di alta quota si offrono a svariate pratiche outdoor.
Alto più di 2.000 metri, il Monte Cusna è la cima più alta dell’Appennino Reggiano.
Qui le foreste di conifere e i boschi di faggio si alternano ad ampie praterie, mentre le acque scorrono lungo piccoli torrenti, alimentati soprattutto dal disgelo primaverile.
Spostandoci progressivamente verso est, con l’Adriatico che pian piano si avvicina, incontriamo il Parco del Corno alle Scale.
Dalla località di Cavone parte un percorso suggestivo che attraversa prima ricchi boschi, per poi inoltrarsi tra le praterie d’alta quota, dove le irte pareti rocciose la fanno da padrone.
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