“Comme un enurme mostro, fulminòo ne l’impeto de un urlo contra-o çe” (come un enorme mostro fulminato nell’impeto di un urlo contro il cielo). L’immagine suggestiva è di Edoardo Firpo, il più grande poeta dialettale genovese. Ancora oggi, questa descrizione così pittoresca, si addice perfettamente al Castello della Pietra, da mille anni incredibile monumento costruito tra i due speroni rocciosi a dominio della Valle di Vobbia.
Oggi il Castello della Pietra è soprattutto una delle più importanti attrazioni dell’entroterra genovese.
Pochi documenti aiutano a chiarire le oscure origini dell’edificio militare, da attribuire comunque alla volontà dei vescovi di Tortona, che lo edificarono attorno all’anno mille. Dopo diversi passaggi tra i potentati della zona nell’arco dei secoli, il Castello divenne pubblico nel 1910.
La visita inizia dal piazzale sterrato, da cui parte il sentiero di accesso, che passa attraverso alberi di castagno. Dopo una ventina di minuti, si arriva al maniero che si articola in due corpi a quote differenti. Caratteristica è la cisterna scavata nella roccia ai piedi del torrione ovest.