Group of tourists with backpacks descends down mountain trail to lake during a hike in the national park Lantang, Nepal.
Il primo problema che si trova ad affrontare chi vuole fare un trekking trascorrendo anche solo una notte di bivacco in autonomia è la selezione.
Tutto pesa sulle spalle e tutto (più o meno) deve entrare nello spazio di uno zaino.
Vediamo allora 6 consigli fondamentali per affrontare correttamente un trekking di più giorni.
L’abbigliamento necessario per un’escursione con bivacco non è poi tanto differente da quello di una normale gita giornaliera.
Ovviamente, va selezionato in base alla durata dell’escursione e alle condizioni climatiche e meteorologiche della stagione e del luogo meta della nostra gita.
Tenete sempre conto dello sbalzo termico fra giorno e notte, quindi, se necessario, equipaggiatevi con abbigliamento pesante.
Portatevi il cambio di biancheria intima e magari una calzamaglia leggera da indossare stando nel sacco.
Un paio di sandali leggeri possono essere una comodità che si fa parecchio apprezzare dopo una giornata trascorsa con gli scarponi ai piedi.
La prima cosa a cui pensare quando si organizza un’escursione plurigiornaliera è come prepararvi un pasto caldo, cosa che rinfranca lo spirito e il corpo.
Quando si effettuano trekking di più giorni nello zaino è sempre meglio trovare lo spazio per un fornelletto da campeggio, con relativa bombola di gas, pentola e posate.
Oggi sul mercato esistono fornelli di buona qualità, appositamente pensati per le esigenze degli escursionisti, estremamente leggeri, di ingombro davvero minimo e soprattutto affidabili nelle più diverse condizioni.
_ Approfondimento: i fornelli da campeggio
Fra tutte le derrate alimentari dell’escursionista l’acqua è sicuramente la più ingombrante e pesante, ma anche la più essenziale
In generale possiamo dire che più l’acqua scarseggia e più conviene portarsi a presso cibi che non hanno bisogno di essere cucinati: salumi e formaggi stagionati, quindi non facilmente deperibili, gallette, frutta secca, ecc…
Quando affrontiamo un trekking in un ambiente ricco di acqua (come può essere quello che caratterizza gli itinerari alpini) possiamo affidare maggiormente la nostra alimentazione ai cibi cucinati.
Anche in questo caso, però, occorre fare scelte strategiche: meglio, infatti, cucinare cibi dove l’acqua di cottura non deve essere eliminata ma diviene parte della pietanza e quindi contribuisce alla nostra idratazione.
Anche in questo caso i gusti personali determinano il menù, ma il consiglio è quello di tenere conto del fattore carburante: un cibo che richiede una lunga cottura consuma molto gas e quindi richiede una maggior scorta di bombole nello zaino.
Sul mercato si trovano anche buste di cibo liofilizzato di svariate marche, da quelle specifiche per l’escursionismo a quelle per single disperati assolutamente inabili ai fornelli…
Ultima cosa: la colazione. Anche in questo caso la possibilità di mandar giù un sorso di tè caldo o caffè è un bel jolly da potersi giocare.
Non lesinate su biscotti, muesli, marmellate e quanto vi può far piacere: all’alba di una giornata di cammino la colazione è davvero il pasto più importante della giornata!
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In giro ci sono diverse tipologie di sacco, ben progettate per diversi tipi di utilizzo.
Tutti i marchi minimamente affidabili mettono in commercio sacchi per i quali indicano le temperature massime e minime di utilizzo, nonché la temperatura comfort.
Quindi, dovendo procedere all’acquisto, non vi resta che valutare quali siano le condizioni climatiche in cui vi troverete ad utilizzare più frequentemente il vostro sacco e scegliere di conseguenza.
_ Leggi l’articolo dedicato alle caratteristiche e qualità dei sacchi a pelo:
Non è solo una questione di comodità, elemento comunque tutt’altro che trascurabile, ciò che fa del materassino una delle attrezzature più essenziali per il bivacco è soprattutto la sua funzione isolante.
Anche l’imbottitura di un sacco a pelo da -50 gradi, quando stiamo sdraiati, viene schiacciata dal nostro peso e perde gran parte della sua capacità di trattenere il calore, che, se non ci fosse il materassino a creare un cuscinetto d’aria fra noi e il suolo, andrebbe a dissiparsi nel freddo terreno sottostante.
_ Approfondimento: materassini da escursionismo, quali scegliere
Arriviamo infine alla casa dell’escursionista “selvaggio”: la tenda. Anche in questo caso sul mercato c’è veramente di tutto e di più e si fa prima a dire cosa non usare piuttosto che cosa usare.
Primo, fondamentale, comandamento: evitate la canadese di vostro nonno che fa tanto vintage.
Il nonno aveva le spalle di Dick Fulmine oppure la canadese la portava solo nel tratto di strada che divideva il baule della sua 500 dalla piazzola del Camping Marinella!
Se non ci credete provate solo a mettere su una bilancia la paleria di ottimo ferro zincato e poi ci dite.
A parte gli scherzi: vista l’importanza che riveste e il suo impatto notevole in termini di peso ingombro, è meglio sempre portarsi a presso una tenda di concezione moderna e in buone condizioni.ù
Sono soprattutto i teli a risentire del trascorrere del tempo e dell’esposizione ai raggi solari, perdendo impermeabilità e diventando più fragili e soggetti a strappi e rotture.
Ora però basta chiacchiere: preparate lo zaino e… Buon cammino!
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