I profili dolci dell’Altopiano, i suoi colori pastello.
Il sole si nasconde dietro i grandi boschi di abeti che l’inverno ricama di bianco, disegnando misteriosi chiaroscuri. Nella luce calda della sera un orizzonte di alberi carichi di neve, ingemmati dalle luci delle case, riflessi diamantini che si perdono nel cielo.
Come un grande presepio. Ekar, Ferragh, Puffele, tracce sbiadite dei guerrieri Cimbri venuti da lontano, nomi familiari della mia infanzia. Ho forse tre anni e mi rotolo nella neve fredda come un cucciolo d’animale.
La mamma un po’ in disparte, attenta.
Ogni tanto la spio, per leggere nel suo sorriso l’approvazione ai miei giochi… Sono frammenti di memoria, indelebili, inesorabile imprinting che accompagna da sempre la mia passione per la montagna e per gli uomini che la abitano.
L’Altipiano di Asiago è stato il palcoscenico delle mie avventure infantili, tra boschi e praterie d’alta quota, fino alle creste calcaree del Gruppo di Cima XII e dell’Ortigara. Ancora oggi è un territorio che sa raccontare senza parole, solo con immagini e visioni, come quelle, magnifiche, di Denis Lunardi, vecchio amico innamorato delle sue montagne. Che propone, oltre che nelle sue incantevoli fotografie, anche in tre itinerari invernali, di diversa difficoltà, per avvicinare questo stupefacente angolo di Natura alpina.
Michele Dalla Palma
Durante una conferenza in cui proiettavo e commentavo le mie foto ed esperienze in montagna un uomo mi ha rivolto questa domanda: “che cos’è per lei la fotografia naturalistica?”
All’origine sicuramente c’è la passione per la natura, e in questo sono stato fortunato visto che sono nato sull’Altopiano di Asiago, un territorio bellissimo ricco di boschi e di animali, e da questa passione è nata la voglia di catturarne l’essenza per poterla condividere con altre persone; la fotografia è il miglior modo per farlo.
Ma per me questa attività rappresenta molto di più: innanzitutto mi “costringe” a documentarmi su quello che voglio fotografare, trasformandomi in un “ricercatore scientifico”, anche se dilettante, poi divento escursionista o alpinista per raggiungere il luogo spesso a diverse ore di cammino o di sci; quindi, trovata la posizione giusta, arriva il momento in cui devo rendermi invisibile, mimetizzandomi con l’ambiente circostante, e dopo ore di paziente attesa, a volte arriva il momento dello scatto fotografico a qualche splendido animale.
Ritornato a casa, diventerò “narratore” raccontando le mie avventure.
La cosa meravigliosa è che sono uniche e diverse per ogni singolo scatto, che racchiude fatiche, emozioni e sfumature che solo il contatto con la natura miscelata alla fotografia può dare. www.lunardidenis.com
Denis Lunardi
A Monte Fior per la Val Miela
Monte Longara
Da cima Manderiolo a cima Larici
Foto di Denis Lunardi – www.lunardidenis.com