Green Mobility: natura protetta e mobilità dolce lungo la Costa dei Trabocchi

18 marzo 2020 - 13:47

La sensazione di poter respirare un luogo avvicinandosi ad esso passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, sentendo l’aria che si infrange sul volto. Le sterpaglie che toccanoil telaio della bici e sfiorano la pelle, i profumi delle erbe selvatiche e il rumore delle ghiaie che scorrono sotto le ruote. Siamo in Abruzzo, lungo la Costa dei Trabocchi, noi amanti del turismo verde!

Fine anni Novanta. La campanella suona sul marciapiede della stazione di San Vito-Lanciano. Oltre i binari, la voce delle onde che si infrangono sulla battigia e la luce calda di un sole che sorge. Il tintinnio si interrompe e un cigolante “Espresso” per il Sud chiude per qualche secondo la vista sul mare. Poi torna la quiete e il silenzio.

Un salto temporale e siamo al 2018. Sul tracciato occupato dai binari è rimasto uno sterrato e la nuova ferrovia passa nell’entroterra dentro lunghe gallerie. I 40 chilometri di linea ferroviaria dismessa diventeranno il cuore pulsante di una delle piste ciclabili più scenografiche d’Italia, larga quattro metri e mezzo e accessibile da 12 arterie differenti.

Uliveti secolari che ornano il balcone adriatico dominato dalla solenne abbazia cistercense di San Giovanni in Venere (Ph R. Visci)

Il tracciato che collegherà Ortona a Vasto s’inserisce all’interno di un progetto più ampio: il Corridoio Verde Adriatico che unisce Trieste a Santa Maria di Leuca.

Fil-rouge della pista ciclabile della Costa dei Trabocchi sarà il grande impatto scenico del paesaggio, qui valorizzato e preservato anche da numerose aree protette. Una vera passerella sul mare, impreziosita da un ambiente che grazie alla sua posizione a ridosso dei vecchi binari è ancora privo di manufatti umani per lunghi tratti. Rimangono le vecchie stazioni, portatrici di quelle atmosfere romantiche di un treno che non c’è più, ma che ha lasciato in eredità una grande pista per gli amanti del turismo verde.

Ma quali sono queste mirabili aree protette a ridosso del mare?

A Ortona, sulla foce del fiume Arielli il Parco “Le Dune” tutela uno degli ultimi sistemi dunali superstiti dell’urbanizzazione. La città immersa tra rigogliosi vigneti vanta anche una falesia di roccia rossa che si getta nel mare, tutelata dalla Riserva Naturale Regionale dei Ripari di Giobbe. All’ombra del suo alto profilo, una caletta raggiungibile solo a piedi o via mare nasconde piccoli ciottoli bianchi e acque cristalline.

Vigneti (Ph R. Visci)

A sud di Ortona, 28 ettari dominati anch’essi da un’imponente falesia ricoperta dalla vegetazione modellano la Riserva Naturale Regionale Punta dell’Acquabella.

A Rocca San Giovanni ci addentriamo invece brevemente nell’entroterra per trovare uno dei fossi che tagliano le colline costiere. È la Grotta delle Farfalle, un’area umida che consente lo sviluppo di una ricca vegetazione grazie alla presenza di piccole sorgenti e torrentelli.

Giungendo a Torino di Sangro, le fronde dei lecci e delle roverelle ci annunciano la Lecceta di Torino di Sangro. Qui, la varietà morfologica e climatica favorisce la coesistenza di differenti habitat, godibili dal centro visite grazie a diversi sentieri: il Percorso Escursionistico è il più completo e consente di osservare 400 specie vegetali; il Sentiero Natura, ideale per le famiglie con bambini, permette di vedere l’area faunistica, lo stagno e il paesaggio dall’alto di una collinetta.

Punta Aderci (Ph Maurizio Campitelli)

Appena più a sud, la Riserva Regionale di Punta Aderci protegge uno dei tratti di litorale più suggestivi della regione: dalla foce del fiume Sinello, spiagge ampie e sabbiose si alternano a scogliere naturali. Nei pressi della spiaggia di Mottagrossa un sentiero panoramico di tre chilometri consente di ammirare gli ambienti unici della riserva, che alternano pinete ombrose e tratti scoperti dove le colline si gettano nel mare. Questi ambienti dunali diventano habitat ideali per molti uccelli: aironi, svassi, cormorani e i piccoli fratini che fanno la gioia dei birdwatcher.

Il tracciato si chiude a Marina di San Salvo, dove si trova il biotopo che conserva un altro tratto di ambiente dunale.

L’itinerario alla scoperta della Costa dei Trabocchi

Ph M. Raccichini

Per gli amanti del cicloturismo Francavilla è località ideale, attraversata in tutta la sua lunghezza dalla pista ciclabile che corre attraverso la città e consente di raggiungere rapidamente la Costa dei Trabocchi. Nel link specificato qui di seguito proponiamo un percorso “a volo d’uccello” che segue la costa, talvolta allontanandosi seppure per poco, fino a Marina di Vasto.

Itinerario alla scoperta della Costa dei Trabocchi

Testi di Marco Carlone e Enrico Bottino