Tra gli elementi naturali della montagna, l’acqua è tra i più mutevoli, sia dal punto di vista estetico – paesaggistico, ove assume forme e stati diversi, secondo le stagioni e la quota, sia da quello melodico, come colonna sonora delle nostre escursioni.
L’acqua non è solo bella da vedere, ma è anche una delle voci della montagna. Avete mai provato ad ascoltare l’acqua? La musicalità di una fragorosa cascata o il gorgoglio di un saltello in un torrente, tra una roccia acuminata e una liscia? A volte la presenza di un torrente di montagna si annuncia a distanza, prima ancora che si manifesti allo sguardo.
Il suo leitmotiv è inconfondibile, a volte costante, a volte intervallato, a seconda della portata d’acqua e dell’intensità del suo moto, come se assumesse le diverse tonalità di un concerto o di una sinfonia a seconda dei suoi movimenti.
Questa volta consideriamo le cascate come elemento determinante di un’escursione e non solo come semplice punto di passaggio.
A volte, l’idea di dover raggiungere una meta, un punto d’arrivo, non ci consente di apprezzare tutti gli elementi che incontriamo, a volte sfioriamo appena, durante una gita. Camminare in montagna, invece, significa anche osservare l’ambiente che ci circonda in tutte le sue componenti, qualsiasi esse siano.
Suscitano grandi emozioni ruscelli, cascate e torrenti. Il movimento dell’acqua lento o prepotente rappresenta un soggetto incantevole da osservare e interessante da fotografare, bisogna però essere consapevoli di quale sia il momento migliore per poter ammirare l’acqua fluente.
La portata d’acqua varia a seconda del periodo dell’anno e del momento specifico, a causa delle precipitazioni piovose, attuali e recenti, e anche delle nevicate invernali che, fondendosi, incrementano il volume, dando vita a diversi salti d’acqua.
L’effetto del disgelo, sull’arco alpino, è più evidente nei mesi di maggio – giugno, a seconda delle stagioni e della quota, però, la portata d’acqua può essere notevole anche in agosto inoltrato.
Le cascate, che dipendono dalla fusione di nevai e ghiacciai, hanno maggiore portata nel pomeriggio, quando il caldo della giornata ha contribuito a sciogliere ghiaccio e nevai, convogliandone le acque verso torrenti e salti d’acqua. A volte il flusso d’acqua maggiore conduce nei torrenti terra e detriti, mutando anche il colore degli stessi e rendendolo più opaco e limaccioso.
Anche in autunno, quando le cascate si snelliscono, a causa della limitata portata, si possono vedere scenari suggestivi, con rocce levigate che affiorano e i colori di foglie e vegetazione che impreziosiscono il paesaggio e si riflettono nell’acqua, colorandola con sfumature policrome.
D’inverno, spesso, le cascate sono imprigionate, gelate, quasi immote. Ci sono punti, però, dove ghiaccio e stalattiti, più o meno grandi, impreziosiscono un paesaggio quasi irreale, a volte effimero e mutevole, pronto a sciogliersi al riscaldarsi del sole lungo la giornata.
Sono moltissime le cascate dell’arco alpino. Abbiamo selezionato alcune proposte interessanti e piuttosto varie.
La gita al Rifugio Benevolo, in Valle d’Aosta, si snoda in una zona molto ricca d’acqua, come del resto tutta la regione; notevoli le due cascate, prima dell’ultimo risalto verso il rifugio.
Valle d’Aosta: verso il Rifugio Benevolo, in Val di Rhemes
L’escursione al Rifugio Pastore, in Valsesia, consente di ammirare numerose cascate, diverse e vari torrenti, alle falde del Monte Rosa, in Piemonte.
Valsesia: verso i rifugi Pastore e Crespi Calderini
In Lombardia, segnaliamo la Cascata di Introbio, nei pressi di Lecco. Non si tratta di una vera e propria escursione, perché il risalto d’acqua è raggiungibile in una decina di minuti, ma la posizione e l’estetica la rendono molto particolare.
Valsassina: Cascata della Troggia, Introbio