Tenuta del Cavaliere: ritorno alla natura

19 marzo 2020 - 15:14

La Tenuta del Cavaliere, con i suoi 300 ettari circa, si sviluppa a fianco della via Tiburtina. L’azienda è un bene comune che, abbandonato all’incuria per anni, deve essere valorizzato attraverso l’attivazione di progetti didattici e di inclusione sociale in sinergia con enti ed istituzioni.

Il territorio agricolo della Capitale è immenso, il più vasto d’Europa, una grande risorsa per diffondere la cultura della sana alimentazione e del rispetto ambientale ma vogliamo che diventi anche un’opportunità per la creazione di nuova occupazione, con un’attenzione particolare ai giovani.

La seconda azienda agricola del Comune di Roma per estensione, la Tenuta del Cavaliere lambisce le anse dell’Aniene poco fuori dalle ultime aree abitate a est della città, tra le vie Tiburtina e Collatina. Dove la pianura sta per lasciare il posto alle prime propaggini dei vicini Monti Lucretili.

Non ci si aspetterebbe mai di trovare qui aree agricole di questa estensione, strette tra gli edifici industriali del nuovo Centro Agroalimentare, l’autostrada e i grandi centri commerciali sorti negli ultimi anni.

Eppure, la presenza del vicino Castello di Lunghezza e le tracce degli antichi insediamenti, anche romani, che si ritrovano inglobati negli edifici più antichi della tenuta, testimoniano dell’intensa vita e dell’attività rimaste sempre vive nella zona.

La morfologia del luogo, un colle da cui si domina tutta la valle dell’Aniene e da cui lo sguardo si spinge fino alle montagne, e la posizione elevata del Casale del Cavaliere sulla sua sommità fanno ipotizzare che l’edificio, risalente agli inizi del XVI secolo, possa aver svolto funzioni di difesa ed osservazione in epoca medioevale.

La Tenuta del Cavaliere si sviluppa attualmente in due distinte aree. Oltre alla Tenuta propriamente detta, sulle anse dell’Aniene, il Casale Lucernari di Tor San Giovanni – anche se geograficamente all’interno del Parco della Marcigliana – offre ricovero a cavalli ed altre coltivazioni.

La Tenuta nella sua veste attuale deriva dall’unione di tre fondi distinti (Casale Nuovo, Cementara e Palazzetto), confluiti tra il XV e il XVI secolo nei beni di Anastasia Cavalieri.

Nel 1640, essi passano in proprietà all’Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio dei Fatebenefratelli e in seguito agli Ospedali Riuniti di Roma, poi Pio Istituto (1896) fino al suo scioglimento.

così che i terreni e i fabbricati, nel loro aspetto attuale, entrano a far parte di Roma Capitale. Nel 2000 iniziano i lavori di ristrutturazione e restauro dell’intero complesso.

Oggi l’antico borgo ha mantenuto molto del suo originario aspetto, nonostante la sua nuova funzione di ufficio della Tenuta e complesso di abitazioni di contadini.

L’edificio originario ha pianta ad U attorno a una corte, chiusa su un quarto lato da un muro con arcate dove si apre l’ingresso. All’interno della corte è visibile un’edicola con affresco della Madonna con Bambino e, a destra, la chiesetta dedicata a Santa Restituta.

Agli inizi del XVIII secolo il casale subì notevoli cambiamenti in seguito allo sfruttamento agricolo nell’agro romano che portò alla trasformazione di vecchi castelli in centri di grandi latifondi, come il vicino Castello di Lunghezza. In epoca moderna sono stati poi aggiunti un corpo longitudinale per abitazione dei contadini ed altri edifici adibiti a fienile e ricovero di attrezzi e mezzi agricoli.

Colombaccio (Columba palumbus) (Ph Massimo Piacentino)

Attualmente, le attività prevalenti nei 388 ettari complessivi (compresi i 78 di Tor San Giovanni) della Tenuta del Cavaliere sono l’allevamento con moderni criteri ecologici di bovini da latte, soprattutto di razza Frisona, e la coltivazione di erbe adatte al foraggio e cereali.

Una nuova stalla, costruita nel 2013, ha permesso di raddoppiare la superficie destinata agli animali, mentre in una delle vecchie stalle, restaurata, sono ospitati ovini.

L’alimentazione degli animali è costituita quasi interamente dal foraggio coltivato nella Tenuta: fieno di erbaio e di erba medica nelle varie stagioni, insieme a insilato (foraggio essiccato in assenza di ossigeno) di triticale e veccia o di mais e sorgo.

La seconda parte della Tenuta del Cavaliere, come detto, occupa una parte del Casale Lucernari e del terreno circostante, all’ingresso della Riserva Naturale della Marcigliana, in via di Tor San Giovanni 301.

Mentre una parte del casale Lucernari è adibita a caserma ed alloggio dei guardiaparco della Marcigliana, un settore è adibito a ricovero di cavalli. Si tratta, spesso, di animali sequestrati, perché utilizzati dalla malavita, abbandonati o maltrattati.

Ma anche qui non mancano piccole coltivazioni. La zona, anche base di partenza di un sentiero natura della Marcigliana, può essere visitata con le dovute accortezze di non avvicinarsi troppo ai recinti degli animali e di restare sui percorsi segnati.

Vista la contiguità con la Riserva Naturale, la zona è caratterizzata dalla presenza di molte specie di animali selvatici: il tasso, l’istrice, la donnola, arvicola ed il moscardino. Sono presenti anche molti rapaci diurni e notturni, il picchio rosso e verde, l’upupa ed il gruccione.

Volpe (Ph Massimo Piacentino)

Il percorso di visita escursionistico

Nella tenuta è possibile passeggiare, arrivarci in bicicletta, addirittura pagaiare lungo le serpentine curve dell’Aniene che lambiscono la Tenuta del Cavaliere. Il segreto è armonizzare le grandi potenzialità dell’azienda dall’alto valore naturalistico, storico e produttivo.

Tenuta del Cavaliere: il percorso di visita escursionistico

Testi di Aldo Frezza / Foto di Massimo Piacentino e Aldo Frezza

 

TENUTA DEL CAVALIERE

Ritorno alla Natura

Via della Tenuta del Cavaliere, 102

Lunghezza – Roma Est

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