Valle d’Aosta: oltre il rifugio

18 marzo 2020 - 13:29

La luce dell’alba illumina le cime innevate che, lentamente, si colorano di rosso vermiglio; la natura si risveglia al lento ritmo del sorgere del sole; l’aria pungentedella mattina sferza il viso e rasserena l’animo dell’escursionista.

Una sorta di magia che si può vivere dopo aver trascorso una notte in un rifugio alpino, senza dubbio un’esperienza unica.

Dormire in un rifugio permette anche di compiere traversate da valle a valle, ascensioni a colli e cime e, comunque, di prolungare le varie gite, consentendo di ammirare più luoghi e di conoscere zone e montagne altrimenti difficilmente raggiungibili in escursioni “mordi e fuggi”.

I rifugi della Val d’Aosta

Non sono moltissimi i rifugi della Val d’Aosta, soprattutto considerando le innumerevoli possibilità escursionistiche offerte dalla regione, e in confronto al numero delle strutture ricettive di altre zone, come le vallate della Lombardia o del Trentino Alto Adige.

Questa condizione, però, consente di apprezzare maggiormente il carattere selvaggio e solitario di alcune vallate valdostane, dove, tra l’altro, scarseggiano anche gli impianti di risalita.

Sono presenti invece parecchi bivacchi, posti soprattutto alla base di impegnative vie di salita di carattere e difficoltà alpinistica.

È buona norma telefonare al gestore del rifugio e prenotare, in modo da consentire al rifugista di organizzarsi, di svolgere al meglio la propria funzione, di accogliervi adeguatamente e di riservarvi dei posti letto che altrimenti, in alta stagione, potrebbero non essere disponibili.

L’interno del Rifugio Benevolo – Foto Cesare Re – www.fotopercorsi.com

Ci sono rifugi moderni e strutture più tradizionali, ove può essere necessario adattarsi un minimo e non pretendere trattamenti da albergo cittadino. Ogni struttura ha le sue regole, ma in linea di massima si suggerisce di munirsi di un sacco lenzuolo (in genere acquistabile anche in rifugio), o di portare il sacco a pelo e un paio di ciabatte (nelle camere non è corretto muoversi con gli scarponi).

In moltissimi rifugi è possibile farsi una doccia, meglio se breve, in modo da rispettare anche i tempi degli altri avventori.

Per quanto un bel grappino o liquore in compagnia sia, a mio modesto parere, parte importante della vita in rifugio, è bene sottolineare come molti gitanti debbano svegliarsi molto presto l’indomani; è giusto, quindi, rispettare il sonno altrui e non attardarsi troppo per il dopo cena.

Gruppo del Monte Emilius dalla Valle di Saint Barthélemy / Foto Cesare Re – www.fotopercorsi.com

Siate gentili e rispettosi con chi lavora in rifugio, soprattutto perché, spesso, coloro che scelgono questo tipo di vita, lo fanno mossi da autentica passione, a volte anche in maniera volontaria. Il rifugista non è solo il gestore, ma anche un esperto di montagna, a volte una guida alpina, una persona cui chiedere consiglio sull’itinerario, sul meteo, sull’eventuale innevamento, una vera miniera di informazioni sulle montagne della zona.

Oltre il rifugio

Sono tantissime le possibilità escursionistiche, in Val d’Aosta, che si svelano a chi decida di passare una nottata in un rifugio, di ogni difficoltà e lunghezza. TREKKING&Outdoor ne ha scelte alcune per voi, indicando anche i tempi parziali per raggiungere solo i rifugi, interessanti mete a sé stanti.

Astri alpini ricoprono spontaneamente i pascoli della Valle d’Aosta – Foto Cesare Re – www.fotopercorsi.com

Escursionisti particolarmente allenati potranno anche compiere in giornata il tragitto descritto nell’itinerario, ma non vivranno appieno le sensazioni uniche della nottata in quota e non apprezzeranno appieno l’estetica della montagna, così diversa e mutevole, secondo le ore del giorno ed il susseguirsi delle variazioni climatiche.

Alcuni itinerari

Valpelline: rifugio Nacamuli e Col Collon

 Val di Rhêmes: rifugio Benevolo e Colle Bassac Derè 

Valle di Saint Barthélemy: rifugio Oratorio di Cuney e Bivacco Rosaire e Clermont