Weekend a Trieste: la magia del mare e dei castelli

19 marzo 2020 - 13:58

Di Trieste si dice che non abbia un simbolo, che non sia iconicamente riconoscibile per una sua caratteristica e che non sia possibile classificarla: Trieste è piuttosto un’atmosfera, un’aria carica di profumi nuovi, di vibrante elettricità culturale.

Il suo centro storico alterna pasticcerie e caffé dai quali escono accenti e aromi affascinanti, negozi di eleganza e tradizione, librerie e locali che ricordano alcuni fra i suoi più celebri visitatori: James Joyce, Umberto Saba, Italo Svevo, Gabriele d’Annunzio, tutti amarono questa città e le sue suggestioni.

 

 

Troppo facile definirla una città di confine, un porto in cui si incontrano genti diverse e dove convivono tradizioni in bilico fra il Mediterraneo e i Balcani: la città vive tutto questo con la naturalezza di chi è aperto alla conoscenza reciproca e allo scambio, si gustano le creme carsoline (variante squisita della torta millefoglie, più ricca di crema) insieme alle severe pinze (dolci pasquali caratteristici) e all’austriaca Sacher, per le strade si parla triestino, tedesco e sloveno.

Basta anche solo una breve visita per capire perché Joyce scrisse alla moglie Nora “La mia anima è a Trieste”: l’elegante centro storico, la cucina semplice ma ricca, la vista travolgente sul Golfo che si ha da Opicina, le falesie che riportano all’Ottocento dei Romantici ad un solo sguardo… è impossibile non rimanere conquistati.

La città è raccolta intorno al meraviglioso Golfo, e il mare si impone subito come elemento dominante: Piazza Unità d’Italia, la principale e più famosa, si estende fino all’acqua, la costa ha qualcosa di estremo, ci regala contrasti che hanno punte di sublime; bianche falesie di roccia carsica si gettano nel blu zaffiro del mare verso Duino, mentre la cupa vegetazione si estende fin quasi sul ciglio del baratro.

Allontanandosi dal centro, due sono le perle che ornano il litorale: separati dalla elegante baia di Sistiana sorgono il castello Miramare e quello di Duino.

 

 

L’Itinerario turistico

 

→ Primo giorno

Dedichiamo il primo giorno alla visita della città.

La giornata non può che iniziare facendo colazione in uno degli storici  caffé triestini ritrovo di intellettuali, cme ad esempio il Caffè San Marco, abituale punto d’incontro per Svevo e Joyce.

Dopo aver assaporato uno degli straordinari dolci della tradizione triestina, in parte debitrice della pasticceria austriaca cone le sue ricche creme e farciture, ci dirigiamo a visitare, proprio dietro il Caffé, la più grande sinagoga d’Italia(Via San Francesco D’Assisi), simbolo della Trieste “melting pot” di culture, tradizioni e religioni.

Proseguiamo la giornata passeggiando tra le strade del centro storico fino a raggiungere il Canal nel Grande Borgo Teresiano, tra Via Carducci, Corso Italia e il lungomare.

Qui, dopo aver visitato la Chiesa di Sant’Antonio Nuovo e il vicino Tempio Ortodosso di San Spiridione, si può pranzare in uno dei tanti locali affacciati sulle calme acque del naviglio.

Nel pomeriggio continuiamo tra le vie lastricate del centro storico che si aprono in grandi piazze, ornate da palazzi dalla tipica imponente severità asburgica. è il caso di Piazza della Borsa con il Palazzo neoclassico della Camera di Commercio, Casa Bartoli e la classica galleria Tergesteo che conduce al Teatro Verdi.

Poco distante la più famosa di tutte le piazze triestine, Piazza Unità d’Italia, che con i suoi 12 mila mq affacciati sul mare è anche una delle più grandi d’Europa. Palazzo Stratti con lo storico Caffè degli Specchi, il Palazzo del Municipio, quello della Regione e il Palazzo della Luogotenenza Austriaca e al centro la Fontana dei Quattro Continenti ne disegnano il profilo.

E poi c’è il mare. Camminando lungo il Molo Audace ci inoltriamo nel golfo, ne sentiamo il profumo e gli umori portati dall’inevitabile e celebre bora.

Tornati in centro facciamo ancora due passi per visitare la Cattedrale di San Giusto e, oltre il Parco della Rimembranza, il Caffè Pirona, dove Joyce scrisse alcune pagine di Ulisse

 

→ Secondo giorno

In bilico fra storia e letteratura dedichiamo il secondo giorno al Castello Miramare e a quello di Duino.

Il primo, bianca e armoniosa costruzione voluta da Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, è noto per i meravigliosi giardini che si estendono fino al mare con terrazze dalla vista incomparabile e per le interessanti mostre temporanee che ospita nelle sue sale; posto all’estremità del promontorio di Grignano, accoglie nel suo Castelletto anche i ricercatori della Riserva Marina di Miramare, impegnati da decenni nella tutela del patrimonio marino-costiero e nell’educazione ambientale, in un connubio felicissimo fra arte, storia e ambiente.

Il castello di Duino fu dimora dei principi asburgici Turm und Taxis, che ospitarono, fra le eleganti sale (da non perdere la biblioteca) e i giardini adornati da statue e fontane, personalità di spicco della cultura del tempo: fra gli altri, Mark Twain, Eleonora Duse, Johann Strauss e Karl Popper, oltre ovviamente a Rainer Maria Rilke, che percorrendo il tratto di costa che oggi è a lui intitolato, da Duino a Sistiana, trovò l’ispirazione per le sue Elegie Duinesi, amare riflessioni sull’inadeguatezza dell’uomo di fronte allo splendore della natura.

Il castello, che domina il Golfo dal suo promontorio bianco a picco sull’Adriatico, è la gemma del piccolo borgo omonimo, da cui ha inizio la Riserva naturale delle Falesie di Duino; la flora della Riserva vanta una varietà sorprendente: leccio, alloro, salvia, roverello, castagno, faggio e ginepro sono solo i primi a balzare agli occhi.

 

Due itinerari tra trekking, storia e letteratura al Castello Miramare e Duino

Dal Castello Miramare alla Grotta del Gigante

Il Sentiero Rilke e il Castello di Duino

 

Altre informazioni:

Per saperne di più e informazioni pratiche vi consigliamo di visitare il sito di Trieste Point

Per chi invece vuole saperne di più sulla Bora, ecco un interessante articolo

 

Testo di Elisa Patrone e Carlo Rocca (itinerario centro storico Trieste), foto di Elisa Patrone e Alessandro Savelli

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