Prevenire e combattere il diabete con uno stile di vita più attivo

I benefici sulla salute del cammino sono noti, nuove ricerche però hanno approfondito la questione. Uno studio ha dimostrato in modo chiaro il rapporto diretto tra una vita attiva e l'insorgere del diabete

9 marzo 2022 - 6:35

Il trekking è un eccellente modo per perdere peso e migliorare il nostro stato di salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’aumento dell’obesità una vera e propria epidemia, alla luce dei notevoli problemi che cagiona alla salute di ogni individuo.

Uno stile di vita più attivo, incentrato sul cammino, non aiuta solo a perdere peso ma contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo, che è all’origine di molte patologie cardiache e rappresenta una possibile complicazione del diabete.

In particolare muoversi a piedi contribuisce ad alzare i livelli dell’HDL, il c.d. colesterolo buono.

Il trekking, inoltre, aiuta a prevenire e controllare l’ipertensione. La ricerca scientifica in questo campo conferma che camminare con regolarità riduce la pressione sanguigna sistolica e diastolica di una media di 10 mm/H.

Più specificamente, camminando si abbassa la norepinefrina plasmatica, correlata al miglioramento della pressione arteriosa.

Questi motivi dovrebbero essere più che sufficienti a spingere ciascuno di noi a programmare camminate periodiche durante la settimana, ma se non dovesse bastare abbiamo molte altre valide ragioni.

Camminare vi può aiutare a:

_ Rallentare il processo di invecchiamento.

_ Migliorare la salute del cuore

_ Combattere ansia e depressione.

_ Trovare creatività e ispirazione

 

Scopriamo perché camminare previene e combatte il diabete

Questa patologia tende a svilupparsi in età avanzata, in presenza di fattori di rischio quali l’obesità e uno stile di vita sedentario.

Questi elementi, non a caso, sono sempre più diffusi nelle società sviluppate, che segnano nelle loro statistiche mediche un esponenziale aumento di casi.

Camminare è importante fin dalla giovane età. foto di David McDermott

Alla luce di questi dati molti governi hanno promosso programmi di prevenzione basati sulla promozione dello sport e dell’attività fisica per migliorare lo stato di salute dei cittadini.

Da qualche anno è stata scoperta una diretta correlazione tra la quantità di attività fisica e la possibilità di scongiurare l’insorgenza del diabete, in particolare di quello di tipo 2.

Sono stati gli studi del Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge, in Louisiana e della Washington University di Seattle, a chiarire definitivamente questo legame.

In base alle ricerche svolte da queste università sarebbero sufficienti cinquemila passi al giorno per prevenire in modo efficace la malattia.

In passato si era già ipotizzata una correlazione tra vita sedentaria e l’insorgere di una lunga serie di malattie, ma per la prima volta siamo di fronte ai risultati di uno studio scientifico.

Queste scoperte sono utili a spiegare un elemento spesso sottovalutato, ovvero che non è necessario essere allenati come atleti professionisti per preservare la propria salute.

Bisogna invece guardare allo stile di vita complessivo, al modo in cui si affrontano le proprie giornate.

Non sono le grandi camminate sporadiche a salvare dal diabete, ma la scelta di andare al lavoro o a fare la spesa camminando. Quello che conta è lasciare l’auto nel parcheggio e decidere di muoversi di più a piedi.

Solo così è possibile intervenire su abitudini di vita negative per la nostra salute e per la collettività.

Per comprendere meglio i risultati della ricerca cerchiamo di capire, a grandi linee, come è stata concretamente realizzata.

I ricercatori si sono concentrati su una comunità di nativi americani dell’Arizona, Oklahoma, Nord e Sud Dakota, noti per essere poco propensi all’attività fisica e per gli elevati tassi di diabete.

A queste persone è stato chiesto di indossare un contapassi per una settimana per valutare in modo preciso il numero di passi fatti ogni giorno.

Le città devono essere a misura d’uomo. Foto di Patrik Nygren

I risultati acquisiti, dopo alcune rilevazioni, mostravano come circa un quarto del gruppo effettuava pochissima attività fisica al giorno: una media di 1.500 passi quotidiani, mentre il 50% degli individui effettuava fino a 4.000 passi al giorno.

Nella fase iniziale dello studio nessuno dei partecipanti aveva il diabete. Ciascuno di loro è stato monitorato per circa 5 anni, dopo i quali sono stati effettuati nuovi esami che hanno dimostrato l’insorgere della malattia in  243 persone.

Di questo campione di soggetti, la grande maggioranza presentava alcuni parametri ricorrenti, in particolare:

  1. Attività fisica molto scarsa.
  2. Fumatori abituali.
  3. Consumatori di alcool.
  4. Stili alimentari irregolari.

Mentre, anche in presenza di altri fattori negativi, coloro che camminavano almeno un chilometro al giorno avevano un’incidenza del diabete più bassa di circa il 29%.

Nonostante queste ricerche abbiano il grande merito di mettere in correlazione uno stile di vita incentrato sul movimento con una minore incidenza del diabete (in particolare di tipo 2) ci sono, purtroppo, numerosi altri fattori che possono incidere sull’insorgere di questa patologia.

Camminare di più non è un assoluta garanzia di prevenzione del diabete, specie in presenza di altri comportamenti sconsigliati, ma di certo è un fattore che contribuisce a ridurre le percentuali di rischio.

Lo studio è stato pubblicato su Diabetes Care.

 

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