Sardegna: dal golfo di Orosei alla penisola del Sinis
Secondo gli stereotipi del turista medio la Sardegna, dall’incommensurabile patrimonio ambientale e archeologico, si identifica nel mare, nelle spiagge, e nulla di più.
Eppure, alle spalle di una costa bellissima, l’infinito entroterra sardo annovera vette di assoluta dignità che raggiungono l’apice con il Gennargentu, famoso massicciodella parte centrale dell’Isola.
Sono zone montuose, praticamente disabitate, quasi inaccessibili, salite agli albori della cronaca con l’esplosione di sequestri del dopoguerra, tanto che la nomea dell’entroterra sardo rimase legata a lungo a storie di rapimenti e prigionie, fenomeni favoriti dalla natura dei luoghi.
Sono aree naturali incontaminate e selvagge che solo oggi vengono riscoperte e riconosciute come eden del trekking e dell’outdoor.
Ma anche la costa riserba piacevoli sorprese quando l’escursionista si rende conto che certe spiagge sono raggiungibili solo via mare o a piedi, seguendo bianche rupi a picco sul mare e attraversando il verde della macchia mediterranea, nell’isolamento più completo.
Un’emozione sottile, quasi inspiegabile, almeno finché non la si prova in prima persona.
Il Golfo di Orosei e l’Ogliastra
“Una perla perduta sulla costa orientale”, cosi definì il Golfo di Orose il grande scrittore D.H. Lawrence, rapito dalla bellezza dei 40 chilometri di riviera integra e selvaggia che si distendono ai piedi del Gennargentu.
La gioia della scoperta è scandita dalle stupende calette, riservando ai biker scampoli di spiaggia in sabbia finissima.
Splendide insenature come Cala Gonone, contribuiscono a impreziosire la parte costiera della Provincia.
L’entroterra è contraddistinto da solitarie valli, incantevoli altipiani e aspre codule: canyon scavati dai ruscelli che alla foce formano splendide rade sabbiose, Tharros, uno dei luoghi più incantevoli del Mediterraneo.
Altre attrattive naturalistiche da non perdere sono l’impressionante Gorroppu, che con fianchi rocciosi alti più di 400 metri rappresenta la gola più profonda d’Europa, oppure la mistica Tiscali, villaggio nuragico nascosto sotto le pareti di una colossale dolina carsica.
Come non citare inoltre le grotte di Ispinigoli con la stalagmite più alta del nostro continente e l’enigmatica Tomba dei Giganti di S’Ena de Thomes.
Splendide coste, deserto, oasi e zone umide
L’avvincente penisola del Sinis con il suo complesso di stagni, litorali sabbiosi e scogliere, costituisce una delle più importanti zone umide del Mediterraneo.
L’area protetta di poco meno di 30 chilometri rappresenta un concentrato di ambienti unici e vari.
Un litorale roccioso nella parte meridionale, verso Capo San Marco, che poi da San Giovanni verso Is Arutas, che degrada in lunghe distese di sabbia, elevandosi nuovamente in alte falesie di calcari e basalti, risalendo a nord fino a Capo Mannu.
Nel mezzo, tra mare e terraferma, si estendono 15 ettari di ambienti palustri, unici sotto l’aspetto naturalistico, in grado di ospitare numerose specie di uccelli acquatici, sia stanziali che migratori, come l’airone, la garzetta, il cavaliere d’Italia, il fenicottero, l’anatra, il trampoliere, la sterna e il fischione turco.
Inutile aggiungere che per gli appassionati di birdwatching gli stagni di Mistras, Sale Porcus e Cabras, rappresentano una occasione unica per dare libero sfogo alla loro passione.
La Riserva Marina Penisola del Sinis-Isola Mal di Ventre si può apprezzare anche navigando sulla superficie del mare, oppure immergendosi nelle sue acque che custodiscono fondali sabbiosi colonizzati da estese formazioni di coralligeno, madrepore, spugne e vaste praterie di posidonia.
Questa pianta qui si spinge a una delle profondità massime per il Mediterraneo, oltre i 40 metri, indice della limpidezza dell’acqua e della buona integrità ambientale.
Infine, come non citare le rovine romane della città di Tharros, incredibilmente affascinante se osservata dal mare, al crepuscolo.
Gli itinerari
Il territorio di Nuoro, ideale per la pratica del trekking, rappresenta la sintesi della grande varietà di paesaggi che hanno reso famosa la Sardegna
_ Goloritzè, una caletta incantata tra mare e cielo