Viaggio intorno all’Enta sulla ferrovia Circumetnea: itinerari e percorsi intorno al vulcano

Grandi scrittori e poeti hanno trasferito le loro emozioni nella poesia e nella narrativa, ispirati dal viaggio in treno attorno all’immenso vulcano della Sicilia orientale. Ripercorriamo il viaggio intorno all'Etna fatto da questi grandi narratori.

10 settembre 2023 - 8:56

Eolo, il dio che ebbe da Zeus il compito di controllare i venti, spazza via i pennacchi di fumo, gas e vapore acqueo che si sprigionano dai crateri sommitali dell’Etna.

La voragine non riposa, il Gigante non è del tutto dormiente, silenzioso.

Nulla è paragonabile al fascino trasmesso dal vulcano attivo più grande d’Europa, personificazione del soprannaturale per le civiltà che si sono succedute ai suoi piedi, dai Greci ai Latini, dai Cristiani ai Normanni, fino ai giorni nostri.

In questo territorio eternamente baciato dal sole, che ha incantato scrittori antichi e moderni, il treno della Circumetnea avanza sui binari, lungo le campagne rese fertile dalla lava.

L’Etna, nei secoli, è eruttato più di 250 volte, alcune di queste – ricordiamo quelle del 1911, del 1923, del 1928 e del 1981 – hanno invaso con le loro colate laviche le rotaie della Circumetnea, interessando talvolta anche le zone abitate.

Il magma, per la sua natura viscosa, ha una bassa velocità di progressione e non rappresenta un pericolo per l’incolumità delle persone, almeno finché sgorga dai coni avventizi d’alta quota.

La gente di questi luoghi ha ormai imparato a convivere con questi fenomeni incontrollabili fatti di esplosioni, emissione di scorie incandescenti, ceneri e blocchi litici.

Viaggiare sulla littorina durante uno di questi spettacoli, dove l’Etna decide di mostrare tutta la sua potenza, diventa un’esperienza davvero affascinante e indimenticabile.

L’Itinerario turistico

La campagna dell’Etna si è posta al centro della letteratura italiana ed europea grazie al contributo di scrittori, quali Goethe e De Amicis.

Autori innamorati dei colori e dei profumi di questo territorio, percepito in tutta la sua selvaggia bellezza a bordo delle carrozze della Circumetnea.

Dal 1895 le locomotive della Circumetnea si arrampicano sulle pendici del vulcano per tutta la sua circonferenza avanzando da Catania a Riposto per 110 km, lungo un territorio caratterizzato da contrasti di tinte e ambienti quasi soprannaturali.

A distanza di quasi un secolo da quando Vittorio Emanuele III e la regina Elena del Montenegro ammirarono dal finestrino della loro carrozza reale questa campagna stupefacente, la Circumetnea scopre la sua inclinazione turistica.

 

Primo giorno

Il viaggio in treno che supera 6 gallerie, 11 viadotti ad arcate e 11 ponti a travata metallica, può iniziare dalla stazione di Catania Borgo, nella storica via Caronda.

La stazione è collocata nella parte alta della centralissima Via Etnea, raggiungibile anche con la metropolitana dalla fermata di Catania Centrale.

All’ingresso della stazione principale della Ferrovia Circumetnea, la vecchia locomotiva numero 14, soprannominata “Meusa” (l’altra locomotiva a vapore sopravvissuta è la numero q0  “Mascali”), accoglie il turista.

Forse è la stessa che accompagnò Edmondo De Amicis nel suo viaggio a inizio Novecento, di cui rimane il racconto nell’opera “Ricordi di un viaggio in Sicilia”.

Queste locomotive a vapore smisero di viaggiare nel 1963, seppure le “moderne” e più accoglienti littorine Aln 56 Fiat fossero in servizio a partire dal 1938.

Lasciando alle spalle il centro urbano di Catania (le carrozze quasi toccano i muri delle case), iniziano a comparire le prime tracce di una delle eruzioni più disastrose dell’Etna.

Nel 1669, in prossimità di Nicolosi a soli 800 metri di quota, fuoriuscì la lava che in poco meno di un mese si riversò su Catania e in mare, facendo migliaia di vittime.

Fiancheggiando nere rocce basaltiche, si supera Misterbianco attraversando una campagna fertile, marcata dal verde degli agrumeti e uliveti, per poi restare stupefatti dei tanti fichi d’India che qui vengono coltivati in maniera intensiva.

Le prime stazioni che s’incontrano sono quelle dei centri maggiormente abitati, come Paternò.

Qui, passeggiando nel centro storico ricco di monumenti risalenti al periodo normanno, è possibile acquistare nei laboratori degli artigiani bellissimi manufatti di ceramica artistica.

Le tappe successive sono anche all’insegna dei sapori: a S. Maria di Licodia sono assolutamente da provare i dolci tipici come i mostaccioli, le mezzelune e la “bersagliera” (un biscotto di tradizione benedettina).

A Biancavilla e Adrano si fa largo uso degli agrumi, quindi non manca il risotto al succo d’arancia, la torta di mandarini e altre prelibatezze.

Una sosta in questi paesi, permette di ammirare la perizia tecnica e la sensibilità artistica degli artigiani della pietra lavica, della costruzione e decoro dei carretti siciliani, della lavorazione del legno e del ferro battuto.

Procedendo a bassa velocità, circa 35 km/h, s’incontrano stazioni minori che consentono ai turisti di scendere e intraprendere interessanti passeggiate nell’area protetta del Parco dell’Etna.

Per esempio alla fermata di Gurrida e del vicino lago omonimo, oppure la fermata facoltativa presso Passo Zingaro, da dove si risale lungo una mulattiera sino al Monte Minardo.

L’inclinazione turistica della Circumetnea si scopre in questi paesaggi selvaggi e variegati, contraddistinti da antiche colate laviche che rendendo fertili e ricchi di vita i terreni e segnano l’economia di questi luoghi.

Abbondanti coltivazioni di pistacchio marcano il paesaggio di Bronte: qui lo ritroviamo nei dolci, nei gelati e nella pasta casereccia.

Ad ottobre si tiene l’importante sagra di questo frutto introdotto dagli arabi e localmente chiamato festuca o frastuca.

 

Secondo giorno

Superata la stazione di Bronte, la linea ferroviaria raggiunge la sua quota massima nell’altopiano di Maletto, in contrada Difesa, da dove si può godere la vista migliore sui crateri centrali dell’Etna.

Al confine tra i comuni di Bronte e Maniace sorge l’Abbazia di Santa Maria di Maniace, fondata dalla regina Margherita di Navarra nel XII secolo.

L’edifico è costruito sulle fondamenta di un cenobio fatto erigere dal generale Giorgio Maniace per ringraziare la Madonna della solenne vittoria ottenuta sulle truppe musulmane nel 1040.

Nel 1799 la costruzione, ormai trasformata in dimora residenziale di campagna, venne donata da Ferdinando I di Borbone all’ammiraglio inglese Horatio Nelson, in segno di riconoscimento per l’intervento della marina inglese durante la Rivoluzione Napoletana.

Oggi il complesso è stato musealizzato ed è famoso per il suo grande parco che ospita piante nostrane ed esotiche.

A Maletto, passeggiando per l’antico quartiere medioevale non si può fare a meno di saggiare le famose specialità a base di fragola che tanta notorietà hanno dato al paese.

Qui le botteghe artigiane hanno le “ciaramelle” – cornamuse costruite dai pastori con le pelli di pecora – e le selle da cavallo, vanto dei mastri sellai malettesi.

Prima di scendere verso la Valle dell’Alcantara, a Randazzo si può visitare la chiesa in stile normanno di S. Maria, dove sulla facciata e il campanile leitmotiv di altri borghi (come a Linguaglossa) è l’accostamento della pietra lavica con quella arenaria.

Sempre a Randazzo, da non perdere il Museo dei Pupi Siciliani, ospitato nel castello svevo.

Tutti i pupi sono vestiti in abiti guerreschi e rappresentano il famoso ciclo della “chanson de geste” i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi cavalieri.

Le armature risalgono agli anni Venti del Novecento. Parte dei Pupi, appartenenti alla stessa collezione, si trova presso il Museo Palermitano delle Marionette.

La Circumetnea attraversa ora una campagna più dolce, ingioiellata da magnifiche ville, profumata dalla zagara (il fiore dell’arancio) e a settembre dall’uva, quando la vendemmia lungo i vigneti della Solicchiata diventa protagonista.

Nel comune di Linguaglossa, partendo da Piano Provenzana, si può seguire il sentiero che conduce ai piedi del Monte Nero inoltrandosi in un bosco di larici e faggi per poi visitare – accompagnati da una Guida abilitata – la Grotta del Gelo.

Centri pedemontani etnei vengono superati uno dopo l’altro e ai lati della ferrovia ricompaiono i frutteti e le coltivazioni di nocciole, mentre la strada ferrata scende rapidamente verso la splendida riviera ionica.

Il treno, infine, dopo circa tre ore, conclude la sua corsa nella stazione di Riposto.

Per far ritorno a Catania è conveniente scendere alla stazione di Giarre, in modo da prendere, in coincidenza, uno dei tanti treni ordinari della linea FS Messina-Catania.

 

Come arrivare:

In auto: Da Palermo, Autostrada A19 Palermo-Catania fino a Catania (209 Km). Da Agrigento, SS 640 per Caltanisetta, proseguire poi sull’autostrada A19 fino a Catania (165 Km).

Da Siracusa SS 114 fino a Catania (62 Km). Chi proviene dall’Italia continentale deve seguire l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e uscire a Villa San Giovanni per imbarcarsi sui traghetti per Messina. Da Messina l’autostrada A18 conduce a Catania.

In treno: Catania è collegata dalla ferrovia a tutte le maggiori destinazioni della Sicilia, come Taormina, Palermo e Siracusa. Per certe destinazioni è necessario effettuare un cambio.

Da Roma ci sono anche treni diretti per Catania (via Napoli), il viaggio dura circa 10 ore. Per gli orari consultate il sito di Trenitalia o chiamate il numero verde 892021. Dalla stazione di Catania Borgo parte la Ferrovia Circumetnea.

In aereo: L’aeroporto Internazionale di Catania offre collegamenti con tutti i maggiori aeroporti italiani ed europei, incluse tutte le capitali. Dall’aeroporto il servizio navetta Alibus effettua collegamenti con il centro di Catania ogni 20 minuti.

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