Nel basso Piemonte, tra le splendide valli che fanno da corollario alla tanto assolata quanto turistica vicina Riviera Ligure, vi è la val Borbera.
Una splendida località che, strategicamente collocata a est del torrente Scrivia, pur rimanendo nel confine della parte più meridionale del Piemonte, si arricchisce delle forti influenze climatiche della non lontana costa.
Genova è molto vicina, e se ne toccano quasi le frontiere alle Capanne di Cosola dove è posto il crocevia di quattro regioni: il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l’Emilia.
Borbera è il nome del caratteristico torrente che per millenni ha modellato questa valle creando un ambiente suggestivo e unico.
Il suo corso, lungo una quarantina di chilometri, interessa un ampio territorio che partendo dalle tondeggianti cime del monti Giarolo (1473 m.), Ebro (1699 m.), Chiappo (1700 m.), Cavalmurone (1670 m.) e Antola (1597 m.), discendono, sul finire della loro corsa, nella piana di Vignole e Borghetto affluendo al fiume Scrivia.
Parallela alla val Borbera e più prossima al confine con la Liguria, troviamo la valle Spinti che, prendendo il nome dall’omonimo torrente, trova nella parlata e nelle tradizioni affinità culturali con la confinante valle.
Sono undici i comuni di cui sette nell’alta valle Borbera (Cantalupo Ligure, Albera Ligure, Cabella Ligure, Carrega Ligure, Rocchetta Ligure, Roccaforte Ligure, Mongiardino Ligure), due nella bassa valle (Borghetto Borbera e Vignole Borbera), uno in valle Spinti (Grondona) ed uno tra la val Borbera e la valle Scrivia (Stazzano).
Queste due valli presentano una natura ancora in parte selvaggia, mostrano rilievi coperti da ricchi boschi di faggeti al di sopra degli 800 metri, boschi misti di castagno, rovere, maggiociondolo ai livelli inferiori.
C’è poi il Monte Antola, con la sua famosa fioritura primaverile di primule, genziane, ranuncoli, narcisi e orchidacee.
In questi splendidi luoghi, arricchiti di sognanti bellezze ambientali, si sono allenati, quotidianamente, e per lungo tempo, due grandi atleti del nostro passato ciclistico: Fausto Coppi e Costante Girardengo.
Se poi ci addentriamo nel letto del torrente Borbera, capiamo come la natura ha saputo arricchire questo territorio di un paesaggio suggestivo e unico.
Nei millenni di percorso, il fiume ha creato una gigantesca forra, ricca di anse e di meandri denominati “Strette”.
L’ambiente favorisce l’attività sportiva all’aria aperta: è possibile nel tratto compreso tra Pertuso e Perti discendere la corrente (che in questo tratto non presenta un elevato grado di difficoltà) offrendo l’opportunità di un proficuo allenamento per i canoisti già esperti e di un rapido apprendimento delle tecniche fondamentali per quanti si avvicinano per la prima volta a questo sport.
Il carattere distintivo di queste valli è dato dal ricordo, ancor vivo, di una forte civiltà contadina, che ha lasciato a sua testimonianza numerosi mulini, alcuni dei quali tuttora funzionanti.
L’elevata quantità di uccelli selvatici (falconidi, gufi, civette, pernici rosse, allodole), insieme ai numerosi daini e cinghiali che dai primordi popolano queste valli hanno contribuito alla sopravvivenza degli abitanti, anche negli anni più difficili.
La popolazione, da sempre stanziale, ha tramandato nei secoli usanze e tradizioni proprie.
Qui non troviamo soltanto un dialetto uniforme (di base alessandrino, ma con chiara influenza genovese), ma anche una cucina particolare, dove le ricette del vicino Piemonte vengono arricchite dalla sapidità dei prodotti riscaldati dal soffio del tiepido vento marino.
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