Fotografare d’inverno sulla neve
L’inverno offre molte possibilità fotografiche. Il freddo non deve scoraggiare, anzi rende il paesaggio molto interessante.
I tramonti e le albe, nelle giornate soleggiate,sono coloratissimi, perché l’aria è più limpida e tersa, soprattutto se c’è un po’ di vento.
Anche nelle giornate nebbiose le opportunità non mancano; si possono, infatti, sfruttare le atmosfere ovattate e soffuse a scopo creativo. Il cielo terso è interessante anche per fotografare le città e, in genere, per le foto d’architettura. In questa stagione, tra l’altro, il sole è piuttosto basso all’orizzonte, consentendo di scattare immagini nitide e ben definite anche in orari centrali della giornata. Queste luci radenti rendono benissimo la forma delle immagini, la texture (materia in fotografia) e sono, quindi, perfette per i paesaggi.
La luce invernale è, invece, più difficile da “addomesticare” per fotografare in città. E’, infatti, una luce dura e crea molte ombre che definiscono bene il soggetto, ma non consentono sempre l’illuminazione uniforme di un edificio. Può capitare, infatti, di trovare la facciata di una chiesa, o di un palazzo, in luce solo per metà. In questi casi è necessario tornare nella location in un momento più opportuno, con il sole che illumini la facciata per intero.
Ovviamente, il vero classico dell’inverno è, però, la neve, con paesaggi montani imbiancati che regalano atmosfere veramente particolari. Il momento migliore, in questi casi, è appena dopo una copiosa nevicata, quando gli alberi sono ancora ammantati di candida e bianca neve.
Attenzione che alle prime ore di sole, molto probabilmente, la neve inizierà a colare dagli alberi, soprattutto dai larici che, senza aghi, non offrono molte superfici cui aggrapparsi; gli abeti, invece, mantenendo gli aghi anche in inverno, consentono ad una quantità maggiore di neve di continuare a decorarli più a lungo.
Come per tutti i generi di fotografia, oltre ai paesaggi di grande respiro, urbani o naturali, è interessante dedicarsi anche ai particolari. Oltre a fotografare un albero, per esempio, può essere interessante anche scattare immagini ad un particolare dello stesso. Identico ragionamento vale anche per la fotografia di soggetti urbani.
Altro elemento immancabile della fotografia invernale è il ghiaccio, in tutte le sue declinazioni, ma soprattutto in ambiente naturale. La sua manifestazione più bella rimane comunque in fiumi, torrenti e cascate e in tutte le forme d’acqua. Calarsi in un torrente, con attenzione agli scivoloni, può consentire al fotografo di ammirare un mondo nuovo, con una miriade di piccoli soggetti ghiacciati. In “ambiente acqua”, ovviamente, anche il mare, soprattutto quando è mosso, offre spunti interessanti, lontani dallo stereotipo della spiaggia estiva. Infine, per una rivista come la nostra, impossibile non ricordare la fotografia di escursionisti in ambiente innevato, un genere di immagini utili per illustrare un trekking o una gita fuori porta.
Sembra banale, ma la cosa più importante è “convincere” i propri compagni d’avventura ad indossare abiti colorati, sgargianti, in modo che possano spiccare sulla massa bianca della neve, o lungo un sentiero nel bosco, magari con gli alberi spogli e monocromatici.
Anche in questo caso valgono le elementari regole del ritratto: messa a fuoco sugli occhi, attenzione ai tagli (piedi, mani, ecc) e occhio alla posizione del soggetto stesso, da preferire non nel centro dell’inquadratura.
Bilanciamento del bianco
E’ un’operazione che consente di rendere i colori nella loro tonalità naturale, o neutra. Ogni fotocamera ha il bilanciamento automatico che, generalmente, funziona bene nelle situazioni più comuni. Scattando in raw è possibile intervenire successivamente in post produzione ed eventualmente correggere le impostazioni. Uno dei pochi casi in cui è meglio tarare specificatamente il bilanciamento del bianco è in presenza di luci al neon, ove è necessario correggere la dominante verde che risulterebbe decisamente poco piacevole. Se scattiamo alla tenue luce del fuoco, per esempio, effettuare un bilanciamento del bianco in manuale, significherebbe rendere neutra la dominante calda e piacevole della fiamma, rendendola un po’ più neutra. In definitiva, consiglio di lasciare questa impostazione in automatico e, eventualmente, intervenire in post.
Quanto è bianca la neve?
Rendere la neve bianca, in fotografia, può essere un problema. L’esposimetro della fotocamera è tarato sulle tonalità medie, riconducibili al grigio medio che riflette la luce al 18 %. In breve, ciò significa che se fotografo un rosso, un verde, un giallo, avrò un rosso medio, un verde medio e un giallo medio. Sulle tonalità estreme, invece, ovvero sul bianco e sul nero, le cose funzionano diversamente: il nero e il bianco, in fotografia, vengono restituiti dall’esposimetro interno della fotocamera, come dei grigi (o tonalità assimilabili al grigio), nonostante il firmware della fotocamera intervenga modificano e migliorando la situazione e rendendoli meno grigi e, tendenzialmente, più bianchi e più neri.
Questo intervento, però, non è spesso sufficiente a rendere il bianco veramente bianco. Si procede, quindi, in questo modo: si misura la neve in spot e poi si sovraespone per un valore compreso tra 1 e 2 stop, a seconda della fotocamera e dell’ottica in uso. E’, quindi, necessario fare qualche prova e vedere come reagisce la nostra attrezzatura, a seconda delle situazioni e stabilire quanto deve essere l’entità della sovraesposizione. Per essere più sicuri del risultato finale, si possono fare due, tre scatti, scegliendo poi quello più idoneo. Attenzione che, a volte, per ottenere la neve bianca, si rischia di sovraesporla, rendendola, in alcuni punti, trasparente. E’ necessario, quindi, trovare un punto di equilibrio tra corretta esposizione e bianco della neve.
Testo e foto di Cesare Re
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